Ero molto incerta all’inizio, se inserire o meno l’articolo su Tina Modotti, perché la sua opera è a dire il vero discontinua artisticamente parlando, spesso troppo influenzata dalle sue passioni: dal suo legame amoroso con Weston e dall’ideale politico, che trasforma certe sue immagini in “illustrazione” propagandistica.

Il suo “personaggio” affascina nel complesso, proprio come quello della sua amica Frida Kahlo, la quale non è però politicizzata a tal punto da farci sospettare, come invece capita per Modotti, che la fama e gli apprezzamenti a lei tributati siano dovuti più alla forte personalità che ad un autentico talento fotografico.

Tuttavia, a ben guardare, laddove la sua opera è libera da influenze politiche, troviamo l’artista: sensibile al senso della vita messicano, originale ed innovativa nella sua esperienza estridentista.

Una sua eredità possiamo trovarla proprio in quel Manuel Alvarez Bravo, cui aveva passato simbolicamente il testimone, nel regalargli la propria macchina fotografica alla partenza dal Messico. E attraverso Alvarez Bravo in Flor Garduño.

Pensando a queste cose, diventa facile la scelta di ricordarla qui.

A Udine, sua città natale, esiste un centro di studi a lei dedicato, il cui sito troverete a quest’indirizzo: http://www.comitatotinamodotti.it/